Sicilia
Burgio, 1946
Il capostazione Angelo Nucella assiste per caso all’uccisione della cognata Masina, colpita nell’agguato al candidato sindaco delle prime elezioni del dopoguerra. L’allontanamento è l’unica via per proteggere la famiglia.
Aspromonte, 1958
Michele Cittarà è un capobastone e vuole uccidere il sindacalista “Stalin”. Per questo, sotto ricatto, costringe all’azione ‘u Zzoppu, Pino, il maggiore dei figli di Nucella.
Sul posto dell’omicidio, però, il complice Milòrdu fredda due carabinieri in pattuglia, esponendo la ‘ndrina a controlli e arresti.
Duccio, il più piccolo della famiglia Nucella, diventerà il capro espiatorio della strage.
Il giornalista Biagio Munzone è un uomo concreto e disposto a tutto per scoprire la verità, ma Cittarà, forte del suo potere, non può permettere che i giornali arrivino a conclusioni avverse.
Per questo, Munzone lascia la Calabria.
Anni dopo, il giornalista riceve una missiva firmata da Un pellicano. L’assassino del sindacalista è ancora libero e in carcere c’è solo un uomo innocente.
La verità deve uscir fuori e per questo, nel 1998, Munzone si rimette a lavoro per salvare Duccio e redimere il nome della sua famiglia.